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al testo di Ivan Pozzoni
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Soccombo alle frecciate innescate dalle mie bagarre, manco fossi Publio Crasso in uno dei deserti accanto a Carre, perso nella permuta dei medi di una tradizione arcaica: l’italiano medio sposa la brava ragazza, e cerca la troika.
Gli schemi di salvataggio della famigerata troika, in realtà, non hanno nessun estro da perestrojka, col fine di scongiurare il rischio d’insolvenze sovrane non disdegnano di mandare le sovranità a troika, cioè a puttane, inducono a barattare usura con austerità come facevano i tre ladroni di Alì Babà.
Per esempio la grande troika al governo di Berlino, manda Europäischer Zentralbank, Internationaler Währungsfonds e Europäischer Kommissione a risanare il debito d’Atene col cipiglio rigoroso del cretino, bloccando i bancomat ellenici e, magari, bombardando il Partenone, sfuggendo, tuttavia, alla disciplinata applicazione del bail-in su HSH Nordbank, Commerzbank, WestLb, con l’arroganza del rodato naziskin, passo dopo passo senza remore di pelle d’oca, e senza l’orticaria causata al risparmiatore italiano dall’inculata Banca Etruria.
La troika ha disposto misure atte a ridurre l’evasione fiscale, il tasso, si sa, paga le tasse, benché resti un animale, con meno energia ha impetrato l’abbassamento del cuneo infilato con forza all’italica stirpe nel buco dell’ileo, Monti stesso, noto figlio di troika, con sospetto tempismo definisce la mamma ora male minore, ora colonialismo.
La storia romana mostra monito attraente a ogni triumvirato Crasso tradito, Pompeo senza testa e Cesare assassinato.
[Cherchez la troika, 2016] |
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